L’8 marzo si inaugura a Palazzo Liberty di Venezia la mostra “Dora Maar. Nonostante Picasso”. Non bisogna far fatica per comprendere l’obiettivo dell’esposizione, il titolo parla chiaro: finalmente si vuole dar valore al lavoro della fotografa, mettendo per una volta da parte la sua relazione con l’artista di Malaga.
Henriette Theodora Markovitch: era questo il nome di battesimo di Dora Maar. Nata a Parigi nel 1907, visse per svariati anni a Buenos Aires per via del lavoro del padre, un architetto croato. Ma è nella capitale francese che compì i suoi studi, prima all’Accademia di André Lhote e poi all’École de Photographie de la Ville de Paris. Ed è sempre a Parigi che incontrò Pablo Picasso. Lui era già un pittore famoso, lei era già considerata un’ottima fotografa, agli inizi di una promettente carriera. Dal 1935 per una decina d’anni i due ebbero una relazione. Un rapporto intenso ma turbolento, visto che Picasso era ancora legato a Marie-Thérèse Walter.
La forte personalità del genio di Malaga finì per sopraffare Dora Maar, convinta a lasciare la sua fotografia per la pittura. Ma colei che divenne per oltre nove anni la musa di Picasso di talento ne aveva da vendere. Ed è proprio quello che ci ricorda la mostra: Dora Maar, prima di conoscere il pittore, prima di soffrire per la fine della loro storia al punto da essere ricoverata in una clinica psichiatrica, era una brillante fotografa. Era un’artista che amava sperimentare, che alternò la fotografia commerciale alla street photography. E proprio gli scatti che raccontano la strada, ritraendo emarginati, bambini e gente comune, sono tra i più interessanti. Le foto di Dora Maar saranno a Palazzo Liberty fino al 14 luglio.