A Bologna la pittura barocca di Francesco Molinari Pradelli

Nella splendida cornice di Palazzo Fava di Bologna, al piano nobile affrescato dai Carracci, fino al 7 ottobre è in mostra una selezione della collezione di dipinti barocchi del direttore d’orchestra Francesco Molinari Pradelli. Per la qualità ed il carattere omogeneo delle opere – un ricco nucleo di nature morte e quadri di figura suddivisi per scuole regionali – si tratta della raccolta più significativa di area bolognese del Novecento.

Un esempio di collezionismo davvero illuminato, che ha innescato una collaborazione virtuosa con l’Università di Bologna, la Soprintendenza e gli studiosi, tale da arricchire la stessa disciplina della storia dell’arte. Il maestro Francesco Molinari Pradelli non era solo un acclamato direttore d’orchestra di fama internazionale, ma anche un conoscitore d’arte, ed in particolare di pittura barocca. La passione gli era nata negli anni Cinquanta, quando decise di liberarsi dei quadri ottocenteschi che decoravano la sua villa a Marano di Castenaso, in provincia di Bologna, per avventurasi nel panorama ancora poco esplorato della pittura del Seicento e delle sue naturali propaggini settecentesche.

A Bologna troviamo novanta dipinti che ben esprimono i gusti del direttore d’orchestra e ricostruiscono i contatti coi principali storici dell’arte del tempo: quasi trenta nature morte, il genere che più caratterizza la collezione, oltre trenta dipinti di area emiliana e circa altrettanti tra pittura veneta e napoletana, tutti risalenti al Sei e Settecento. Inoltre, ogni sala è dotata di uno schermo touch screen di 42”, nel quale si possono osservare dettagli ad altissima risoluzione degli affreschi dei Carracci e dei loro allievi, e leggere notizie sul ciclo pittorico commissionato dal conte Filippo Fava a fine Cinquecento.

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