A Venezia alla scoperta dei tesori degli antichi monaci Camaldolesi

Nel 2012 ricorre il Millenario della fondazione dell’Ordine dei Camaldolesi e si celebrano gli Ottocento anni dalla fondazione del cenobio camaldolese veneziano di San Michele in Isola, centro di fervida vita religiosa e d’intensa attività culturale che ha svolto un ruolo di primo piano nell’ambito della cultura umanistica di Venezia.

Per ricordare questo straordinario capitolo della vita culturale della Città, il Museo Correr, il Museo Archeologico Nazionale e le Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana ospitano fino al 2 settembre una mostra che illustra i molteplici aspetti della secolare presenza camaldolese a Venezia, a partire dalla ricostruzione della sede, delle collezioni e della prestigiosa biblioteca del monastero di San Michele in Isola e di quella degli altri non meno importanti monasteri camaldolesi veneziani di San Mattia di Murano, San Giovanni Battista della Giudecca e San Clemente in Isola. A cura di Marcello Brusegan, Matteo Ceriana e Camillo Tonini, la mostra consente di ammirare materiale storico, artistico e documentario di grandissimo pregio e per lo più inedito, in parte conservato a Venezia e in parte presso l’Eremo di Camaldoli (Arezzo), dove fu raccolto per salvarlo dalle dispersioni ottocentesche.

Numerosi oggetti di estrema bellezza ed importanza documentano puntualmente le vicende di questi religiosi veneziani. Di particolare interesse storico artistico sono le formelle bizantine del Museo Archeologico di Ravenna, la stauroteca, anch’essa bizantina, proveniente dal monastero camaldolese di Fonte Avellana (Pesaro), insieme a molti codici passati di mano in mano nel corso dei secoli. Tra i reperti di maggior pregio, senza ombra di dubbio, spicca il Mappamondo di Fra Mauro, esposto dopo un lungo restauro, che, nonostante il fatto sia stato realizzato intorno alla metà del XV secolo, si inserisce pienamente nell’ottica medievale della Summa geografica.

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