Nella Verona di Dante con le Sculture del Trecento

Avete di tempo fino al prossimo 4 giugno per fare un tuffo nella Verona di Dante e di Cangrande, grazie alla mostra “Sculture veronesi del Trecento. Restauri”, presso la chiesa di S. Pietro in Monastero della città veneta. Finalmente l’occasione di poter ammirare opere difficilmente visibili, perché conservate in sedi di difficile accesso o poco frequentate.

Ma ora, tutte insieme, troviamo le sculture della grande scuola medievale veronese, comprese quelle concepite per essere viste assieme sullo stesso altare, e poi separate dalle vicende storiche. La mostra, curata da Anna Malavolta e Fabrizio Pietropoli, presenta al pubblico una selezione di testimonianze relative al periodo storico del Trecento. E’ questa l’epoca della Signoria Scaligera e gli Ordini Mendicanti, che per ostentare la loro potenza e per dare lode a Dio, gareggiavano nel commissionare opere d’arte.

La scelta è caduta in particolare su opere recentemente interessate da interventi di manutenzione, restauro e valorizzazione. Ad emergere è la personalità del maestro di Santa Anastasia, identificato dallo studioso Gian Lorenzo Mellini in Rigino di Enrico. Forse il nome non vi dirà molto, ma a parlare sono le sue creazioni, dal carattere espressionistico e ricche di pathos, come la Crocifissione di Cellore, ricomposta con il gruppo dello Svenimento della Vergine, prestato dal museo di Castelvecchio.

Possiamo apprezzare anche alcune Madonne di altri scultori attivi nella prima metà del Trecento, le quali ci offrono emblematiche versioni stilistiche, nella singolare rivisitazione di pregressi stilemi romanici. E poi ancora si ospita la pregevole effigie della Vergine con il bambino, esempio dell’aggiornamento sui moduli del gotico, e la Madonna del Fiore, esempio mirabile datato 1389. L’ingresso è libero.

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