La testata calcistica Zidane-Materazzi diventa arte a Parigi

Anche coloro che non sono particolarmente appassionati di calcio ricorderanno la testata che Zinedine Zidane sferrò a Marco Materazzi durante la Coppa del Mondo del 2006. Ora quel momento ignobile del calcio mondiale è stato immortolato in una statua di bronzo a Parigi, esposta davanti al Centre Pompidou.

All’epoca rimanemmo tutti prima interdetti e poi indignati di fronte a quel terribile gesto: era il secondo minuto del secondo tempo supplementare della finale di Berlino e all’improvviso Zidane si avventò sul povero Materazzi e gli sferrò una testata che colpì il calciatore avversario in pieno petto, mandandolo a rotolare per terra. L’arbitro, l’argentino Elizondo, dopo essersi consultato col quarto uomo, decise di espellere Zidane, e l’Italia potè controllare il seguito della partita, chiusa ai rigori con il punteggio di 5-3 per gli Azzurri.

Le immagini televisive non diedero scampo al capitano francese: aveva deliberatamente aggredito il difensore azzurro. Subito si fece a gara a chi sparava la motivazione più assurda per cui Zidane si era spinto a questo gesto totalmente contrario allo spirito agonistico. Alla fine il caso misterioso venne risolto. Materazzi aveva osato prendere in giro la sorella di Zidane, usando delle offese degne del bar dello sport. Ed ora la reazione spropositata che costò l’espulsione a Zidane non è solo argomento di sport ma anche d’arte.

Se vi recate al Centre Pompidou di Parigi non potete non notare la statua che raffigura l’episodio: essa è un colosso di bronzo alto ben cinque metri. L’opera si intitola “Coup de tête” e porta la firma di Adel Abdessemed, artista algerino nato 38 anni fa a Costantina, a cui il Centre Pompidou dedicherà una retrospettiva a partire del 3 ottobre, composta di video, foto, sculture, disegni e installazioni ispirate alla violenza nel mondo. Va bene che l’arte tragga spunto dalla realtà, ma l’augurio è che la statua non venga interpretata come un’esaltazione alla violenza…

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *