Il Giappone di De Biasi Gratis a Milano

Si intitola “Il Giappone che cambiava” la personale di Mario De Biasi allestita alla Galleria 70 di Milano fino al 28 luglio. In mostra una selezione di immagini vintage tratte da quattro dei reportage che il fotografo realizzò nel Sol Levante per la rivista Epoca dalla fine degli anni Cinquanta agli inizi degli Ottanta.

In quel periodo il Giappone stava attraversando le grandi trasformazioni del dopoguerra ed era sospeso tra rinnovamento sociale e tecnologico e tradizione antica. Degno di nota è il chiaro accento che il fotografo milanese pone sempre, dimostrando una lucidissima capacità di lettura storica, sulla confluenza tra rinnovamento sociale e tecnologico e tradizione antica, confluenza che nel lungo periodo ha prodotto quel risultato di peculiare identità culturale che oggi conosciamo.

Mario Der Biasi, nato nel 1923 a Sois, nei pressi di Belluno, è dal 1938 milanese di adozione. Inizia a fotografare nel 1945 con un apparecchio rinvenuto fra le macerie di Norimberga, dove si trova deportato. Ritornato in Italia, tiene la sua prima mostra personale nel 1948 e nel 1953 entra a far parte della redazione di Epoca, periodico per il quale realizza, in più di trent’anni, centinaia di copertine e innumerevoli reportage da tutto il mondo.

Fittissima la sua carriera espositiva, di cui vanno almeno menzionate la partecipazione alla rassegna Gli Universalisti alla Photokina di Colonia nel 1972, quella alla mostra The Italian Metamorphosis, 1943-1968 al Solomon Guggenheim Museum di New York – per il cui manifesto viene scelta la sua foto Gli italiani si voltano – e quelle all’ esposizione sul Neorealismo Italiano (2008) a Madrid e all’edizione 2007 di Paris Photo, oltre alla grande retrospettiva all’Arengario di Milano nel 2000.

In mostra foto in bianco e nero in cui De Biasi non si limita  a mostrare palesemente la simbiosi tra modernità e tradizione, ma ci suggerisce il tema della “convivenza dei contrasti” anche nella costruzione stessa delle sue foto. Nelle immagini, sempre estremamente eleganti e armoniche, De Biasi non tralascia la componente umana, storica e psicologica della scena rappresentata. L’ ingresso è gratuito.

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *