Il museo Canova di Possagno, in occasione del restauro della “Danzatrice con i cembali”, uno dei capolavori di Antonio Canova, gli dedica una mostra, visitabile fino al 30 settembre. L’esposizione, che si intitola per l’appunto “Canova e la danza”, mette a disposizione del pubblico di appassionati canoviani oltre cinquanta opere di grafica e scultura, di disegno e pittura, alcune esposte per la prima volta.
Un omaggio a quelle bellissime creature a cui lo scultore trevigiano dava forma e vita. Canova già in vita fu celebrato come il più grande interprete del Neoclassicismo e come il novello Fidia, perché meglio di ogni altro aveva saputo riportare nel mondo la bellezza e la perfezione della scultura greca. E la sfida più innovativa fu quella di misurarsi con la figura in volo, di tradurre in marmo o in dipinto il dinamismo grazioso e leggero della danza.
A Possagno è possibile ammirare il gesso originale della “Danzatrice con i cembali”, il cui modello è nato esattamente 200 anni fa nell’atelier romano dell’artista. Le granate della Grande Guerra avevano mutilato l’opera, ma oggi, con la reverse engineering, è stato possibile ricostruire parte delle braccia, delle mani e dei cembali che erano andati distrutti. Ma non è questo l’unico capolavoro in mostra. Troviamo, infatti, altre due splendide ballerine: la “Danzatrice col dito al mento” e la “Danzatrice con le mani ai fianchi”.
Queste autentiche meraviglie possono essere ammirate girandovi tutt’attorno, per poter cogliere appieno ogni particolare: il loro procedere lieve, le vesti mosse dal vento che lasciano trasparire la bellezza delle forme sottontasti. Del resto Canova le plasmava come una sorta di antidoto alla depressione. La loro levità scacciava ogni prostazione e malinconia, ridando all’artista la gioia di vivere. E perché no, vogliamo pensare che abbiano lo stesso effetto anche su chi le guarda!