Londra: al V&A Museum si mostra la quotidianità

Londra: al  V&A Museum si mostra la quotidianità
Cosa ci fa un paio di jeans nella vetrina del V&A Museum di Londra? Semplice, fanno parte di quegli oggetti di uso quotidiano che il prestigioso museo ha raccolto per una nuova sezione finalizzata a tenere viva la memoria del presente.

I jeans finiti in vetrina non sono dei pantaloni qualunque, ma sono i Primark che venivano prodotti nella fabbrica Rana Plaza di Dhaka, Bangladesh. La fabbrica crollò nel marzo del 2013, provocando la morte di 1.129 lavoratori. Più che un semplice capo di abbigliamento, sono la testimonianza di un disastro, di un problema tutt’oggi esistente, ovvero quello dello sfruttamento del lavoro in nome del profetto delle grandi multinazionali. I Primark jeans sono stati inseriti nella Rapid Response Collecting (collezione a risposta rapida). Si tratta di una collezione che mette insieme, sotto gli occhi di tutti, degli oggetti low cost e consumati da noi tutti, che però si fanno portatori di messaggi ben precisi.

Stando alle intenzioni dei curatori del progetto, attraverso questi oggetti si vuole portare il visitatore a riflettere su fatti o situazioni che possono sembrarci lontane, ma che invece ci appartengono. Si metterà così in piedi la prima galleria aperta e dinamica del museo, che con il passare del tempo accoglierà nuovi oggetti. L’obiettivo è consegnare ai visitatori del futuro la cultura materiale del 21esimo secolo. Tra questi non vi sono solo oggetti legati a temi importanti, ma anche altri che mostrano i lati più leggeri o frivoli della nostra storia, come le lunghissime ciglia finte di Kate Perry. Le prime visite prenderanno il via il 5 luglio.

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